Digital Markets Act: come cambia il mercato digitale in Europa?

Digital Markets Act: come cambia il mercato digitale in Europa?

È entrato in vigore in tutta l’Unione Europea Il Digital Market Act, una norma che mira a rendere i mercati digitali più equi e concorrenziali, regolando il potere delle grandi piattaforme online che offrono servizi essenziali come motori di ricerca, app store, servizi di messaggistica e altri. Ma cos’è il Digital Market Act, e quali sono i suoi obiettivi e quali implicazioni ha sulle diverse piattaforme digitali? Scopriamolo insieme.

Cos'è il Digital Markets Act?

Il Digital Markets Act è una proposta legislativa presentata dalla Commissione Europea il 15 dicembre 2020, come parte del pacchetto digitale europeo. La norma si affianca al Digital Services Act, che regola le responsabilità delle piattaforme online riguardo ai contenuti illegali e dannosi. Nello specifico, il Digital Markets Act si concentrerà sulle pratiche commerciali delle piattaforme online che hanno un ruolo chiave nel mercato digitale, come spiegato dalla stessa UE.

Tra i punti più importanti, il Digital Markets Act stabilisce una serie di criteri oggettivi per identificare i cosiddetti “gatekeeper”, cioè le piattaforme che controllano l’accesso ai mercati digitali e che possono abusare della loro posizione dominante. Alcuni esempi di gatekeeper sono Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft. I gatekeeper dovranno rispettare una serie di obblighi e divieti previsti dal Digital Market Act, altrimenti rischiano sanzioni fino al 10% del loro fatturato annuo.

Courtesy of European Commission
Courtesy of European Commission

Quali sono gli obiettivi del Digital Markets Act?

Il Digital Market Act ha l’obiettivo di aumentare la concorrenza, la trasparenza e l’innovazione nel settore digitale, a beneficio dei consumatori e delle imprese europee. In particolare, il Digital Market Act vuole:

 

  1. Prevenire e sanzionare le pratiche sleali e anticoncorrenziali dei gatekeeper, come il favorire i propri servizi rispetto a quelli dei concorrenti, il limitare l’interoperabilità e la portabilità dei dati, il creare barriere all’ingresso e all’uscita dei mercati, il raccogliere e utilizzare i dati degli utenti in modo scorretto.
  2.  

  3. Promuovere la scelta e l’innovazione per i consumatori e le imprese, garantendo che i gatekeeper offrano condizioni eque e trasparenti di accesso ai loro servizi, che consentano agli utenti di cambiare piattaforma facilmente, che non impongano restrizioni ingiustificate agli sviluppatori di app e software, che cooperino con le autorità di regolazione e di vigilanza.
  4.  

  5. Salvaguardare i valori e i diritti fondamentali dell’Unione Europea, assicurando che i gatekeeper rispettino le norme sulla protezione dei dati personali, sulla sicurezza informatica, sulla tutela dei consumatori, sulla libertà di espressione e di informazione, sulla non discriminazione e sul pluralismo.

Quali sono le implicazioni sulle diverse piattaforme?

Il Digital Markets Act avrà delle conseguenze importanti sulle diverse piattaforme digitali, in particolare -appunto- sui già nominati gatekeeper. Alcune delle implicazioni sono:

     

  1. Google dovrà permettere agli utenti di scegliere il motore di ricerca predefinito sul loro dispositivo, senza imporre il proprio come unico o preferenziale. Dovrà anche consentire agli editori di negoziare le condizioni di accesso ai loro contenuti e di utilizzare i dati generati dai loro utenti.
  2.  

  3. Apple dovrà permettere agli sviluppatori di creare e distribuire nuove app, compresi store alternativi, al di fuori dell’ecosistema dell’App Store. Dovrà anche consentire agli utenti di disinstallare le app preinstallate sul loro dispositivo e di utilizzare sistemi di pagamento diversi da quello di Apple.
  4.  

  5. Meta dovrà consentire ai suoi servizi di essere connessi con quelli dei concorrenti, in modo che le persone che usano Facebook o Whatsapp (app che proprio pochi giorni fa ha implementato nuove funzioni) possano comunicare in modo fluido con iMessage di Apple o Telegram. Dovrà anche consentire agli utenti di portare i loro dati e le loro amicizie su altre piattaforme.
  6.  

  7. Amazon dovrà garantire che i venditori che usano la sua piattaforma abbiano le stesse condizioni di quelli che vendono direttamente su Amazon. Dovrà anche evitare di usare i dati dei venditori per favorire i propri prodotti o quelli dei partner.
  8.  

  9. Microsoft dovrà garantire che i suoi servizi cloud siano interoperabili con quelli dei concorrenti, in modo da facilitare la migrazione dei dati e delle applicazioni. Dovrà anche evitare di imporre il proprio software come condizione per accedere ai suoi servizi.
Courtesy of European Commission

Conclusioni

Il Digital Markets Act, ad oggi, rappresenta una delle prime iniziative legislative a livello mondiale che affronta in modo comprensivo e concreto il fenomeno delle piattaforme digitali e il loro impatto sull’economia e sulla società. La norma è sicuramente ambiziosa e innovativa, e potrebbe cambiare per sempre il volto del mercato digitale prima in Europa, poi nel mondo, nel caso venisse usata come base anche dagli organi di altri continenti. Sarà interessante ora vedere come risponderanno le diverse piattaforme, che potrebbero vedere nella norma un’opportunità per modificare e migliorare il proprio modello di business.

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