L’intelligenza artificiale ci sta rendendo più “stupidi”?

L’intelligenza artificiale ci sta rendendo più “stupidi”?

L’intelligenza artificiale riduce l’attività cerebrale? Oppure stiamo fraintendendo i risultati? Dietro c’è un studio del MIT Media Lab

Da alcune settimane impazza sui titoli la frase: “ChatGPT ci sta rendendo stupidi”. Ma dietro questo claim c’è un studio del MIT Media Lab che chiede di leggere i numeri: l’intelligenza artificiale riduce l’attività cerebrale? Oppure stiamo fraintendendo i risultati?

L’esperimento chiave del MIT Media Lab

I ricercatori hanno coinvolto 54 partecipanti tra i 18 e i 39 anni, divisi in tre gruppi:

  • Scrittura autonoma (brain‑only): senza aiuti esterni.

  • Uso di Google: ricerca online tradizionale.

  • Uso di ChatGPT: scrittura assistita da AI.

Durante la scrittura hanno monitorato l’attività cerebrale mediante EEG: il gruppo senza supporto mostrava le reti neurali più ampie e attive; seguivano Google con attività intermedia; infine ChatGPT risultava in una connettività cerebrale fino al 55% più bassa rispetto al gruppo “brain‑only”

Nel gruppo “brain‑only”, le connessioni tra le parti del cervello erano più robuste e l’attività creativa più intensa. Chi ha usato ChatGPT ha mostrato scarsa assimilazione delle idee, agendo da “assemblatori” consapevoli di contenuti generati da altri.
Nella quarta sessione, i gruppi “brain‑only” e “ChatGPT” sono stati invertiti: chi aveva utilizzato ChatGPT prima ha poi mostrato difficoltà a produrre testi autonomi e memoria ridotta. Chi invece ha iniziato da solo e poi ha usato l’AI ha gestito meglio il passaggio e riattivato aree cerebrali creative.

 

Serve moderatione, non rinuncia

Stando solo ai fatti, sembra che ChatGPT riduca l’impegno cognitivo. Ma lo studio stesso avverte: non siamo “resettati” nei nostri processi mentali. Piuttosto, l’uso indiscriminato e passivo dell’AI può farci diventare pigri.

Secondo analisti e commentatori, il punto centrale non è se usare l’AI, ma come farlo. Se ChatGPT diventa strumento con cui elaborare, riformulare e raffinire le proprie idee, può essere un valido alleato. Se invece viene usato come sostituto del pensiero, si pagherà un prezzo cognitivo.

 

Lezione principale Che cosa fare
Autonomia prima
dell’AI
Scrivere i testi autonomamente prima di usare ChatGPT aiuta l’attivazione cognitiva.
Usare l’AI con consapevolezza ChatGPT deve essere impiegato come supporto, non come sostituto.
Ripensare istruzione
e compiti
Come con le calcolatrici, occorre alzare l’asticella: l’uso dell’AI richiede creare domande che stimolino argomentazione, contestualizzazione e pensiero critico.

 

Conclusione

Lo studio del MIT rilancia il tema del “debito cognitivo”: usare l’AI come shortcut può ridurre l’attivazione mentale e compromettere la memoria e la personalizzazione dei contenuti. Ma questa non è una condanna dell’AI: è un invito a un uso cosciente, consapevole e complementare. Scrivere prima autonomamente, poi usare ChatGPT con spirito critico e riflessivo, sembra essere la strada migliore per integrare l’intelligenza artificiale senza perdere capacità cognitive.

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